L'apprendimento dei bambini con ADHD: come l'IA può rivoluzionare
Valeria Della Rosa, fondatrice del progetto, spiega che "l'app è nata dalla mia esperienza personale di mamma, tutto è partito 4 anni fa, quando è iniziato un percorso che mi ha portato a scoprire che mio figlio ha l'ADHD. All'epoca mio figlio aveva 6 anni e grandissime difficoltà a scuola. Nel mio caso l'iter diagnostico è stato lunghissimo. Sono serviti quasi tre anni". Oli Help "intende dare un aiuto pratico ai genitori quando ne hanno bisogno ovvero 24 ore su 24, 7 giorni su 7, all'interno ci sono informazioni per comprendere i propri figli e mettersi in una condizione di empatia. Ci sono consigli pratici su cosa dire e cosa fare nei momenti difficili. La più grande opportunità per i genitori sta nel modo di relazionarsi con i figli: se si cambia l'atteggiamento verso il bambino, si vive meglio e il bambino ne beneficia. E poi ci sono strumenti concreti per gestire la quotidianità, per esempio per aiutare i figli a fare e portare a termine i compiti e gestire le emozioni".
Da queste parole e dall'incredibile esperienza di Valeria sorge quindi un quesito: può l'intelligenza artificiale diventare uno strumento di supporto scolastico per i ragazzi con ADHD? La risposta è sì!
Strumenti di intelligenza artificiale, come ChatGPT, possono essere validi alleati per chi soffre di disturbi dell'apprendimento. Possono, ad esempio, fornire spiegazioni alternative e personalizzate, facilitando la comprensione; favorire la comunicazione tra docenti e alunni che hanno difficoltà relazionali a causa del disturbo; infine, molti strumenti di IA possono gestire promemoria e scadenze per aiutare i ragazzi a organizzare il loro tempo e le loro attività.
È fondamentale che gli insegnanti, sia di ruolo che di sostegno, acquisiscano familiarità con queste tecnologie al fine di adattare le spiegazioni ai casi specifici e, di conseguenza, sensibilizzare gli alunni all'uso di tali tecnologie.
Non si tratta di sostituzione di ruolo, ma di supporto, progresso e benessere.